Classe: Amphibia
Ordine: Urodela
Famiglia: Salamandridae
La salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata, Savi, 1821), detta anche salamandrina dagli occhiali settentrionale, è un anfibio caudato della famiglia Salamandridae, molto simile alla Salamandrina terdigitata, dalla quale è stata separata nel 2005 in base a studi genetici. È endemica dell'Italia a nord del fiume Volturno, ed è più frequente sul versante tirrenico. Frequenta principalmente zone montuose e collinari appenniniche, solitamente tra i 200 m e i 900 m di altitudine, ma si può trovare anche a 1300 m di quota e in alcuni casi anche in ambienti ipogei.
Predilige aree forestali con abbondante sottobosco e soprattutto boschi a latifoglie. Utilizza come tana anfratti, tronchi e alberi cavi ma si rifugia anche nei ruscelli e nei corsi di acqua: si tratta di una specie igrofila che frequenta vallate fresche, collinari e pedemontane, solcate da ruscelli privi di ittiofauna predatrice, per cui in acqua si sente al sicuro.
Presenta una testa piuttosto lunga ed occhi sporgenti, la coda è più lunga della testa e del corpo, le parti superiori del corpo sono brunastre o nerastre con una macchia più o meno triangolare sul capo, gialla o vermiglia; il ventre è pallido con macchie scure, la gola è nera e le parti inferiori delle zampe e della coda degli adulti sono rosso brillante. Questi colori servono per scoraggiare eventuali predatori indicandola come animale “potenzialmente “velenoso” e vengono mostrati quando si sente in pericolo: inizialmente mostra solo il rosso, piegando la coda sul corpo, ma se la minaccia continua si gira anche “a pancia in sù”, cercando a tutti i costi di scoraggiare il potenziale predatore. Sia la sua colorazione che l’atteggiamento non passarono inosservati agli occhi dell’uomo, che già dall’antichità gli attribuì una certa velenosità tanto che Plinio il Vecchio, e successivamente Isidoro, la definirono, a torto, “il più velenoso degli animali”. In realtà la salamandrina è assolutamente innocua e proprio per la sua incapacità di difendersi dai predatori ha dovuto adottare metodi che potessero incutere paura. Gli esemplari adulti misurano dai 7 ai 20 cm di lunghezza, coda compresa. Il carattere distintivo rispetto agli altri urodeli europei è la presenza di quattro dita sulle zampe, anziché cinque.
Alimentazione ed Abitudini
Per cercare il cibo cammina sul fondo dei torrenti, soprattutto di notte. Vive isolata tranne che nel periodo dell’accoppiamento che va dall'inizio dell'autunno fino ai primi giorni di giugno. E’ un animale oviparo. In primavera e in autunno depone le uova nell’acqua, attaccandole a rami, muschi, sassi e sulle pareti dei fontanili. Dopo circa 50 giorni di incubazione, nascono da 25 a 50 girini. Nell’arco di due mesi si completa la metamorfosi, ma la sua durata può variare in relazione al clima e alla presenza di cibo.
Rapporti con l'uomo
È considerata specie di elevato interesse conservazionistico e biogeografico ed è tutelata sia da norme europee (Direttiva 92/43/CEE - Direttiva Habitat), sia dalla legge italiana (D.P.R. n. 357/1997) ma, comunque, la salamandrina dagli occhiali settentrionale, così come la salamandrina terdigitata e come la maggioranza degli anfibi, è molto sensibile all’inquinamento; le loro larve non riescono a sopravvivere in presenza di pesticidi o di altre sostanze inquinanti, neanche se in dosi minime. Anche l’eliminazione dei rifugi con le cosiddette “puliture”, il taglio e la bruciatura della vegetazione spontanea nei boschi, lungo i corsi d’acqua e nei pressi e all’interno delle pozze o stagni costituiscono altre cause di minaccia per queste specie. Gli anfibi sono inoltre gli animali tra i più minacciati dai cambiamenti climatici in quanto poco mobili, spesso endemici o con areali discontinui e limitati, ma anche per la loro sensibilità ai raggi solari e al calore.
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