Classe: Mammiferi
Ordine: Eulipotyphla
Famiglia: Erinaceidae
Il riccio comune, o riccio europeo (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758), è un mammifero della famiglia Erinaceidae. Presenta caratteristiche morfologiche arcaiche (come la formula dentaria e la conformazione del cervello) che lo accomunano ai primi mammiferi che comparvero sulla Terra al termine del periodo Cretaceo.
Ne esistono numerose sottospecie ed è diffuso in gran parte dell'Europa, comprese Irlanda e Gran Bretagna, dove è stato introdotto. In Italia la specie è diffusa con tre sottospecie (oltre alla sottospecie nominale, anche consolei ed italicus) in tutto il territorio nazionale, comprese Sicilia e Sardegna.
Il riccio misura fino 27 cm di lunghezza, per un peso che solo in rarissimi casi supera il chilogrammo e la coda di solito raggiunge i 2,5 cm di lunghezza.
Presenta cranio allungato ed un piccolo cervello, preposto, in gran parte, alla decodificazione dei segnali di natura olfattiva poiché è proprio l’olfatto il senso più sviluppato del riccio. Il naso è grosso, nero ed molto mobile: i canali olfattivi sono costantemente umettati da una mucosa. Meno importante per loro è la vista, anche se sono comunque in grado di vedere fino a 30 m di distanza di giorno e fino a 12 m di notte. Nonostante le orecchie siano piccole e seminascoste dal pelo, i ricci sono in grado di udire frequenze comprese fra i 250 ed i 60.000 Hz, quindi ben dentro gli ultrasuoni e ciò aiuta l'animale nella ricerca del cibo. Il corpo è tozzo ed a forma di pera: infatti al muso lungo e appuntito si contrappongono il collo corto e il quarto posteriore arrotondato. Le zampe sono corte e tozze, ma i piedi hanno forma allungata e presentano tutti 5 dita con unghie appuntite: le impronte lasciate dalle zampe posteriori son assai diverse da quelle lasciate dalle zampe anteriori, al punto che possono essere scambiate dai neofiti per tracce di animali di specie differenti.
Ciascun esemplare possiede fino a 6000 aculei. Essi variano di colore al cambio di stagione: nelle stagioni fredde, autunno e inverno, gli aculei assumono un colore marroncino più scuro rispetto alle stagioni calde in cui presentano un colore più chiaro. A questo cambiamento partecipa anche il pelo, che a seconda della stagione assume un colore chiaro o un colore più scuro. Gli aculei sono appuntiti e cavi, presentano carenature laterali e ciascuno di essi è munito di un muscolo innervato che ne permette l'erezione quando l'animale è eccitato o in stato d'allerta: ciascun esemplare possiede fino a 6000 aculei.
Oltre a proteggere l'animale da eventuali aggressori, gli aculei prevengono anche seri danni dovuti ad urti o cadute: ciascun aculeo, infatti, nei pressi del follicolo pilifero presenta un restringimento che lo rende flessibile, in modo tale da assorbire urti anche di una certa entità. Nonostante appaia un animale goffo e generalmente si muova lentamente, il riccio è in grado di correre velocemente e si dimostra anche un ottimo nuotatore.
Durante il giorno riposa nascosto nella sua tana, costituita solitamente da una cavità del suolo posta nel sottobosco, fra i tronchi e le foglie cadute. Durante la notte esce alla ricerca di cibo, percorrendo tragitti sempre uguali: non teme di attraversare spazi aperti in quanto è ben protetto dalla corazza di aculei, infatti, quando un riccio incontra un possibile pericolo reagisce immobilizzandosi e drizzando gli aculei sul dorso. Poi, se l'intruso lo tocca, si appallottola su se stesso. L'aggressore si trova così dinnanzi un'impenetrabile cortina di spine: questa tattica, però, risulta inefficace con le volpi che, urinando sull'animale appallottolato, lo costringono ad uscire dalla corazza per poi finirlo mordendolo sul delicato muso.
Alimentazione
È un animale onnivoro che apprezza invertebrati di vario tipo, uova e nidiacei, rettili ed anfibi; non disdegna nemmeno di mangiare piccoli mammiferi, compresi i topi. Il riccio non teme i morsi velenosi delle vipere, di cui a volte di nutre, in quanto i denti veleniferi del serpente sono più corti degli aculei e raramente riescono a penetrare il rivestimento che protegge l'animale. I ricci mangiano senza problemi anche ghiande, bacche, frutta ed altro materiale di origine vegetale nutrendosi in casi estremi anche di foglie.
Il latte vaccino è un veleno per i ricci: non potendo digerire il lattosio, esso provoca in loro forti diarree, che conducono alla morte dell'animale.
Socialità e rapporti con l'uomo
Il riccio ha abitudini solitarie, tende generalmente ad evitare i contatti coi conspecifici. Durante i mesi invernali il riccio è solito cadere in letargo: tale operazione risulta però piuttosto rischiosa per l'animale, in quanto nel caso in cui esso non abbia accumulato una quantità di grasso corporeo sufficiente nel corso della bella stagione, potrebbe morire per inedia. In letargo la temperatura corporea del riccio scende dai 35 °C soliti ai 10 °C, mentre i battiti cardiaci calano da 190 a 20 al minuto.
L'aspettativa di vita media è di circa 3 anni sebbene possano raggiungere i 10 anni di età in assenza di pericoli e soprattutto se tenuti lontani dalle strade dove troppo spesso vengono uccisi dalle automobili.
La gestazione di una femmina di riccio può durare dai 30 fino ai 50 giorni e il numero di piccoli che nascono può variare da 1 a 9. Vengono alla luce già con gli aculei, ricoperti però da una membrana per proteggere la madre durante il parto; dopo 36 ore questi primi aculei vengono sostituiti da un nuovo mantello sviluppatosi all'interno e successivamente apparirà un terzo mantello che sostituirà definitivamente i primi due. All’età di un mese e mezzo i piccoli rassomigliano completamente agli adulti.
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