Presentazione della guida CNP a Palazzo Valentini

Nel pomeriggio del 21 febbraio si è tenuta a Roma, nella suggestiva cornice di Palazzo Valentini, la presentazione della guida al trekking del Cammino Naturale dei Parchi, il nuovo itinerario di 430 km che, attraversando 42 comuni e 7 aree naturali protette, collega Roma e L’Aquila. Il Cammino offre la possibilità di rasserenare gli spiriti avventurandosi in luoghi ricchi di cultura, storia, tradizioni e paesaggi mozzafiato esaltati da una natura varia, selvaggia e incontaminata.
Il percorso può essere completato senza difficoltà in 4 settimane ed è suddiviso in 25 tappe: parte nei pressi del Circo Massimo, attraversa le meraviglie dell’antica Roma, percorrendo nella prima tappa la “Regina Viarum” via Appia Antica e attraversando la Valle della Caffarella, per poi inoltrarsi nel Parco dei Castelli Romani.
Percorrendo l’alta via dei Monti Prenestini si giunge quindi nella Valle dell’Aniene, culla del monachesimo Benedettino, facente parte del Parco dei Monti Simbruini. L’itinerario poi incontra il Parco dei Monti Lucretili e prosegue sino alla Riserva dei Monti Navegna e Cervia, incastonata tra i laghi del Turano e del Salto. Di qui, tra valli, altopiani, fiumi e cime, si accede nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, per poi toccare le zone colpite dai sismi del 2016 che hanno purtroppo pesantemente devastato i centri abitati dell’area. A questo proposito, una prerogativa dietro l’idea del Cammino, è quella di aiutare la ripresa delle popolazioni gravemente colpite da questi cataclismi ancora recenti nella memoria.
Il percorso, infatti, termina a L’Aquila, capoluogo della regione Abruzzo pregno di storia e cultura, anch’esso colpito da un terremoto nel 2009.
La guida al trekking del Cammino Naturale dei Parchi nasce inoltre per aiutare lo sviluppo, realmente sostenibile, della montagna italiana.
L’evento ha ottenuto un’ampia partecipazione e la guida è stata accolta con molto interesse ed entusiasmo, dimostrati dall’interazione e dallo scambio avvenuti tra gli organizzatori e gli astanti al termine della presentazione.
Questa forma di turismo, lento e consapevole, può innescare un circolo virtuoso tra i viandanti e le comunità che entreranno a contatto, arricchendosi l’un l’altro e permettendo uno sviluppo reciproco.
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